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Flavio Pagano mostra come la creatività scaturisca dalla quotidianità che improvvisamente irradia nuovi significati, poiché letta da una percezione che vede lo straordinario nell'ordinario, capace di narrare non solo le più piccole delle "sfumature" della vita, ma anche gli eventi più dolorosi. Nella sua poesia c'è un'idea di stringersi a raccolta, fare muro, difendersi a oltranza. Ma i suoi versi - sciolti, esametri, settenari o endecasillabi - diventano trasparenti a svelare pensieri e sentimenti, a sbloccare l'anacronismo di scrivere che, da sempre, è il culmine di un percorso di resistenza. Perché l'intento è di resistere disseminando poesia che, malgrado tutto, continua a essere motore di conoscenza e meraviglia. Il titolo di questa raccolta di versi prende spunto dalla poesia "Felicità". La metafora della felicità come stato di grazia, inverosimile e tuttavia irrinunciabile, è resa dall'immagine della città senza mura, la cui vera difesa è di tutt'altra natura. Solo l'amore offre all'uomo riscatto dalla sua condizione di precarietà, colmando il vuoto che il nostro stesso desiderio genera dentro di noi.